Per un ritorno alla vita dopo il tumore

Appello di:
Fondazione Veronesi

Ricominciare dopo un tumore non è semplice. Soprattutto se si considera che spesso l’accesso a servizi come mutui, prestiti, assicurazioni e adozioni diventa complicato per gli ex pazienti che hanno superato la malattia oncologica. 

In Europa solo 5 Paesi (Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Portogallo) hanno affrontato la tematica con una legge che garantisce il Diritto all’Oblio, il ritorno alla vita sociale.

Dopo anni di dibattito e richieste, finalmente è stata approvata alla Camera, ma non ancora al Senato, una proposta di legge sul tema. Però, per restituire diritti e dignità alle persone che hanno superato clinicamente la malattia oncologica, è necessario anche un cambiamento culturale.

Aggiungi il tuo nome: attiviamoci affinchè chi ha superato un tumore smetta di essere considerato un malato.

Si stima che oggi 3 persone su 5 siano ancora in vita a cinque anni da una diagnosi di tumore. Grazie ai progressi della ricerca oncologica, il numero delle persone che guariscono da una neoplasia è in costante aumento (circa il 3% annuo). Eppure la guarigione non corrisponde necessariamente ad un pieno ritorno alla vita sociale, non significa smettere di essere considerati dei pazienti oncologici. 

Tutto questo si trasforma in vere e proprie discriminazioni che incidono negativamente sulla qualità di vita di queste persone e sul rispetto della loro dignità e autonomia. 

In ambito finanziario, ancora oggi, di fronte alla richiesta di servizi bancari (prestiti, mutui, finanziamenti o polizze assicurative) vengono poste delle domande sulle malattie pregresse tra cui i tumori e in caso di risposta affermativa, la persona richiedente può essere segnalata come “cliente a rischio” e vedersi negato l'accesso a questi servizi o essere costretta a sostenere costi aggiuntivi. Tralasciando la sfera finanziaria, queste situazioni si presentano anche nell'ambito della genitorialità: aver avuto un tumore può infatti influenzare negativamente l’idoneità all’adozione. 

In diversi Paesi europei (Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Portogallo) è stato riconosciuto il “diritto all’oblio oncologico”, stabilendo dopo quanto tempo dalla guarigione i vari istituti di credito non possono più richiedere informazioni sulla storia clinica pregressa del cliente. In Italia, tutto questo non è ancora presente.

Lo scorso 3 agosto, dopo anni di dibattito e richieste da parte di associazioni di pazienti e oncologi, è stata finalmente approvata alla Camera dei deputati una proposta di legge sul diritto all’oblio per i pazienti oncologici. È un passaggio importante, in attesa dello step successivo, il voto in Senato atteso – si spera – a breve. Ma una normativa non basta: è anche necessario un passaggio culturale, al superamento individuale della malattia deve accompagnarsi un cambiamento educativo generale, quello che nasce dallo sguardo altrui, ancora troppo spesso distorto da una connotazione vittimizzante e discriminatoria; un tema su cui da sempre si impegna Fondazione Veronesi.

Aggiungi il tuo nome affinché chi ha superato un tumore smetta di essere considerato un malato!