Carne rossa sì o carne rossa no?!

Carne rossa sì o carne rossa no?!

I dati sul legame tra consumo di carne e cancro non devono indurci ad avere paura di una bistecca, ma devono piuttosto farci riflettere su quanta e quale carne consumiamo. 

Ridurre il consumo settimanale di carne nel tempo può aiutare a ridurre anche il rischio di alcuni tumori come il cancro colon-rettale, il cancro al seno e della prostata. 

Secondo le stime del Global Burden of Disease Project e considerando il parametro più "estremo" per descrivere il peso di una patologia, ovvero il numero di decessi, sappiamo che ogni anno nel mondo circa 34.000 morti per cancro sono attribuibili ad una dieta con troppa carne processata e 50.000 ad un eccesso di carni rosse. Un impatto inferiore a quello di altri fattori di rischio oncologici (per il fumo, un milione di morti di tumore, per l’alcol 600.000 e per l’inquinamento dell’aria oltre 200.000).

Ma l'importanza del consumo di carne andrebbe valutata nel suo complesso, considerando cioè l’impatto generale della troppa carne sulla salute (non solo in termini oncologici) così come l'impatto ecologico, legato alla sua produzione. Tutte insieme costituiscono un pacchetto di buone ragioni per privilegiare altre fonti di energia, proteine e sapore sulla nostra tavola. 

La carne è fonte di nutrienti importanti, ma se consumata in eccesso può aumentare il rischio di cancro ed è correlata a un rischio più alto di altre patologie come quelle cardiovascolari, il diabete e l’obesità.

In generale, dunque, è bene limitare il consumo di carni rosse a non più di 500 grammi (di prodotto cotto) alla settimana ed evitare o ridurre il più possibile quello di carni processate (ricche fra l’altro di grassi e di sale, e talvolta di composti nocivi dovuti a trasformazioni come l’affumicazione). Anche la cottura però gioca un ruolo importante nel determinare i rischi per la salute legati al consumo di carne. Grigliate, barbecue e altri tipi di cottura che espongono i cibi a temperature molto elevate generano la produzione di composti chimici che aumentano il rischio oncologico come le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici.

I dati disponibili suggeriscono in effetti che questi metodi di cottura aumentino il rischio di tumore dello stomaco. Meglio quindi optare per una cottura al vapore, al forno o per la stufatura.